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Antiche Terme di San Cataldo
San Cataldo di Bella - Bella (PZ)
 
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CENNI STORICI DOCUMENTATI
La presenza delle acque minerali e solfuree in San Cataldo di Bella era ben nota già nei primi anni dell'800 i "bagni" di San Cataldo erano frequentati dai locali, lo studio di "Statistica" del Regno di Napoli del 1811, a cura di D. De Marco, riporta le puntuali annotazioni di Giulio Corbo sui luoghi: "Nelle colline all'est sono a rimarcarsi tre sorgenti di acque idrosolfure, che pare provengano dalla decomposizione delle piriti, le quali mettono l'acido solforico in libertà, fanno si che porzione di esso si combini con l'acqua... Vi concorre grande quantità di ammalati nell'està, ma come non vi è luogo chiuso per i bagni, spesso ne soffre danni. Grande profitto ne ricaverebbe chi vi facesse un decente fabbricato.....".
In altri scritti del Corbosi ritrovano ulteriori notizie; "Esiste nello splendido bosco di San Cataldo un simulacro di stabilimento balneare. Per accedervi bisogna fare due ore di cammino a cavallo per strade in felicissime. Se l'industria del forestiero, non ancora comparsa da noi, potesse attecchire e se il Principe volesse spendere delle somme che certamente gli frutterebbero, San Cataldo potrebbe diventare una stazione climatica di primo ordine, ....".
E' in questo periodo che i principi Caracciolo di Torella fecero costruire due caseggiati; uno conteneva "i bagni" veri e propri, l'altro aveva la funzione di albergo per ospitare la clientela.
In pochi anni la clientele aumentò in modo considerevole, tanto che nel 1829 i Principi di Torella diedero incarico all'ingegniere Giuseppe Antonio Locaratolo da Melfi di progettarel'ampliamento delle strutture.
Da documenti di archivio risalenti al 1829, riguardanti il progetto di ristrutturazioneed ampliamento dei Bagni e dell'albergo nella proprietà dei signori Principi di Torella, si evince che in quella epoca furono realizzati i primi bagni organizzati in strutture di un certo rilievo.
negli "Anni civili del Regno delle due Sicilie" (Napoli 1842), sono riportate una raccolta di notizie sulle acque minerali nel Regno di Napoli ed a proposito di Bella riportano: "Nella contrada San Cataldo scorrono tre acque minerali e una termale.... Quando è la stagione opportuna suol concorrervi molta gente a bagnarvisi ed a berne, essendovi alcune case a ciò deputate".
Il Lacava, uno dei più famosi studiosi lucani del passato, nel suo volume "oro-idrografia della Provincia di Basilicata" edito nel 1880, descrive i bagni di San Cataldo "... nel bosco di San Cataldo, agro di Bella trovansi tre abbondanti sorgive di acqua solfurea con caseggiato, camerini e vasche per bagni; ...".
Da una relazione sanitaria del Medico Provinciale del 10.11.1897 (Archivio di Stato di Potenza) ci è noto che nel 1897 esisteva una struttura, nel verbale stilato alla fine della visita sanitaria si legge; "... L'acqua che sorge è solforosa e ha temperatura dai 18 ai 22 gradi; lo stabilimento è formato da tre corpi di fabbricati che servono da abitazione ai bagnanti e di due che hanno vasche per bagni. il primo ha due piani, con undici stanze per piano il secondo è costituito da otto stanze, ma di alcune di queste deve pribirsene l'uso per abitazione in quando non hanno alcuna finestra per il cambio d'aria e mancano di latrina. Il terzo fabbricato, da un lato ha due vasche circolari aperte, una per gli uomini ed un'altra per donne, col fondo di mattoni, intonacate con materiale impermeabile. Dall'altro lato vi sono quattro camerini con due vasche, ciascuna per una persona; inoltre vi sono altre due vasche in comune ....". In breve nelle considerazioni finali il medico scriveva che non riteneva agibile detto "stabilimento" e da ulteriore relazione sanitaria del 1901 fu imposto che "nell'immediato futuro inesorabilmente si provvedesse a osservare le prescrizioni sanitarie...." e il medico provinciale concludeva dicendo "la ricchezza dell'ottima acqua, i boschi e la purezza dell'aria ne farebbero una buana stazione climatica, ma a tali doni naturali non ha finora corrisposto l'industria dell'uomo".
Gli antichi bagni funzionarono fino al 1936 da allora furono abbandonate e subirono nel dopoguerra la spoliazione da parte dei cittadini del luogo che utilizzarono il materiale riveniente dalle demolizioni dello stabilimento per la costruzione delle loro abitazioni.
Nella seconda metà degli anni 70 l'area è stata interessata da un progetto di recupero delle terme ad opera di imprenditori privati di Avigliano che realizzarono le attuali strutture ancora oggi presenti.
Queste strutture hanno funzionato fino ai primi anni '80, e da ollora sono rimaste in disuso e versano attualmente in forte stato di degrado ed abbandono.
Di recente è nata la società " ANTICHE TERME DI S. CATALDO srl" con l'intendo di ripristinare l'antico sito e indirizzandolo ad un turismo termale ed ambientale, rendendo fruibile il sito ed il meraviglioso paesaggio che lo circonda.

Fonte Relazione Tecnica "ANTICHE TERME DI S. CATALDO srl"

 
     
 
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