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STORIA DEL "CARMINE" DI AVIGLIANO
Il "Carmine" di Avigliano, poi, corrisponde in modo del tutto particolare a questa simbologia popolare, in quanto il suo punto di riferimento si staglia, anche fisicamente, direi naturalmente, su di una vasta plaga che racchiude in sé i quattro punti cardinali, dai quali convergono intere famiglie di pellegrini: da Ruoti e Baragiano; da San Fele, Melfi, Rionero e Ripacandida; da Forenza, Pietragalla, Acerenza e Cancellara; da Romagnano; da Potenza e, soprattutto, da Avigliano, siano esse residenti nelle varie ridenti borgate, che stipate nel centro cittadino o seminate un po' dappertutto, nell'Italia, nell'Europa, nelle Americhe.
In altra misura, con diverso stile e con altrettanta diversa rilevanza, il Sacro Monte sembra quasi concorrere con la "Mole Federiciana", che pure sovrasta il resto del territorio, sebbene più sotto... e non solo per quota altimetrica, ma anche per qualità di presenza!
ORIGINE DELL'IDEA DEL SANTUARIO
La storia del Santuario del Carmine non si perde nella notte dei tempi: ha una data di riferimento ben precisa! Le sue origini non sono da ricercarsi in leggende, anche se pie e venerande, affondano in un fatto storico inequivocabile!
L'idea del Santuario nasce l'8 settembre del 1694, giorno in cui gli abitanti di Avigliano - come si legge in un antico manoscritto uscirono indenni da un terribile terremoto, che "dai vecchi non se ne ricordava simile all'età loro", la cui violenza sembrò dovesse ridurre il paese ad un cumulo di macerie.
Ma, procediamo con ordine nella descrizione dei fatti, sotto la guida di un testimone che ce li ha tramandati, l'arciprete don Domenicantonio Corbo.
Quell'anno la raccolta fu scarsissima.
Al freddo intenso dell'inverno, fece riscontro una dolcissima primavera che, se da una parte servì a mitigare i rigori della cattiva stagione, dall'altra causò gravissimi danni, in quanto - non avendo i seminati avuto acqua a tempo debito -si verificò una penosissima carestia.
Alla bella primavera, subentrò poi un'estate caldissima, che provocò gravi scosse di terremoto, così violente che non se ne ricordavano a memoria d'uomo.
Erano le 19 dell'8 settembre del 1694, festa della Nascita di Maria SS. Frequenti sussulti sconquassavano il terreno; cupi e sordi rombi si ripercuotevano sinistramente: lo spavento agghiacciava tutti. La tradizione narra che le pareti delle case si distaccavano in maniera da lasciar penetrare la luce e si rinchiudevano istantaneamente e che taluni che erano in piazza
giurarono "di aver visto il Castello piegarsi due volte o tre per cascare nella piazza e poi subito fermarsi nello stato primiero senza lesione veruna e così al campanile". Gli aviglianesi, atterriti si rifugiarono su di una piccola altura - di qui il nome di "MONTAGNOLA" data al luogo - che pure è la più alta di quelle esistenti intorno al paese, a 1230 sul l.m., e lì rimasero accampati per quaranta giorni, per tutto il tempo, cioè, della durata del movimento tellurico. In così tragica circostanza, fecero voto che se la Madonna li avesse fatti tornare sani e salvi alle loro case, l'avrebbero proclamata loro protettrice, avrebbero acquistata con pubbliche offerte una bellissima statua in legno ed avrebbero costruito una cappella sul luogo dove si erano scampati. Nonostante la violenza del sisma e la frequenza delle scosse, non si registrò alcun decesso tra gli abitanti di Avigliano e nessun danno riportarono le abitazioni, se si eccettua la caduta di un vecchio muro della casa di un certo "cento pecore", così chiamato. Scampati al terribile flagello, gli aviglianesi fecero ritorno in paese ed avendo attribuito il miracolo alla speciale protezione della Beata Vergine, particolarmente venerata in tutto il territorio di Avigliano, sotto il titolo di S. Maria del Carmine, sciolsero subito il voto, inviando a Napoli - capeggiata dai notabili del paese - una commissione per fare il prezioso acquisto di una statua in legno della Beata Vergine del Carmine, presso la più rinomata scuola d'arte del tempo e posero subito mano alla costruzione della Cappella sulla MONTAGNOLA. Due anni dopo, costruita la Cappella ed acquistata la Statua, il Sindaco propose che la Beatissima Vergine del Carmine fosse proclamata protettrice di Avigliano: era il 26 settembre del 1696. La proposta fu accettata dal popolo con grande entusiasmo, ma si dovette attendere fino al 1811 perché l'autorità ecclesiastica del tempo, rappresentata dall'Ordinario Diocesano, nella persona di Mons. Bartolomeo De Cesare, la ratificasse ufficialmente.
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