Consigli per:

>> Mangiare Sano

>> Dormire Bene

>> Enoteca On Line

 
 
Panoramica Campomaggiore Vecchio
Scorcio urbanistico (clicca sulla foto per ingrandire)
Vecchio Frantoio (clicca sulla foto per ingrandire)
Ruderi (clicca sulla foto per ingrandire)
L'abbeveratoio (clicca sulla foto per ingrandire)
 
Mura Palazzo Baronale (clicca sulla foto per ingrandire)
 
Ruderi del Monastero (clicca sulla foto per ingrandire)
 
Sculture moderne (clicca sulla foto per ingrandire)
 
Lavatoio e Abbeveratoio (clicca sulla foto per ingrandire)
 
Lavatoio (clicca sulla foto per ingrandire)
Sculture moderne (clicca sulla foto per ingrandire)
 

Campomaggiore Vecchio e Nuovo

 
   
 

SINTESI CENNI STORICI DI CAMPOMAGGIORE

L'insediamento ha un borgo moderno ed uno più antico: a Campomaggiore Nuovo particolare interesse ha la Chiesa di Santa Maria del Carmelo , iniziata nel XX secolo. La Chiesa, che grosso modo ricalca nell'impianto quella del villaggio di Campomaggiore Vecchio, è composta di una sola navata ricoperta da un suggestivo soffitto a cassettoni in legno; nella zona absidale, dietro l'altare, si trova una statua della metà del XVIII secolo, di autore ignoto, di una Madonna del Carmelo con paramenti in tessuto originari.

Superata la strada che conduce al Calvario, dove insiste una croce dell'800 in ferro, si raggiunge il villaggio sette-ottocentesco di Campomaggiore Vecchio .

L'antico villaggio di Campomaggiore, che sorge sul pianoro posto su una balza del Monte Scarrone del Salice, a 475 metri sul livello del mare, fu fondato dalla famiglia Rendina nel 1741 da un antico feudo e da sedici coloni, ma fu distrutto da una frana il 9 febbraio 1885, costringendo tutti gli abitanti a trasferirsi in località “La Difesuola”, dove oggi sorge il paese moderno.

All'ingresso del villaggio è il Palazzo Baronale , che mostra ancora le possenti mura e gli accenni delle grandi volte a vela. Non meno importante del Palazzo Cutinelli-Rendina è la chiesa di Campomaggiore, dedicata a Santa Maria del Carmelo .

In basso, verso il fiume Basento, si può visitare il Cimitero di Campomaggiore, costruito nel 1841 e abbandonato intorno ai primi decenni del XX secolo. Risalendo verso il suggestivo Bosco di Montecrispo , Campomaggiore testimonia le trasformazioni del territorio in epoca precoce. Si possono visitare infatti la Casina della Contessa , residenza estiva della famiglia Cutinelli-Rendina, che ospita una cappella, una neviera (cisterna per la conservazione del ghiaccio) e gli ambienti della cucina. Accanto è poi un laboratorio del vino che, conserva ancora all'interno un torchio per le vinacce e due grandi botti, e una masseria datata 1742 con i resti del frantoio, cioè le presse in legno della metà dell'800 e le macine.

PERCORSO

Campomaggiore, la cui peculiarità sta nella singolare disposizione dell'impianto urbanistico, perfettamente regolare e a scacchiera, al cui centro si trova la Chiesa di Santa Maria del Carmelo , iniziata nel corso di questo secolo. Essa rammenta la devozione per molti paesi della Lucania verso la Vergine Maria all'indomani del XVII secolo, quando venne formandosi anche il villaggio di Campomaggiore .
Il percorso nell'abitato moderno di Campomaggiore, fra sculture moderne che ricordano gli antichi riti di fecondazione della Terra , portano il visitatore a rivivere l'esistenza di una civiltà nei secoli precedenti l'era Cristiana .

Molti sono i documenti materiali che ancora oggi si possono ritrovare a Campomaggiore: resti di mura megalitiche risalenti al X sec. a.C., sepolture di età classica e medievale, trovano confronti con le vicine località di Albano ed Accettura, luoghi di penetrazione greca ….. ma anche di persistenze di epoca romana. Questi furono luoghi di diversi scontri: quelli dei Romani contro i Lucani, alleati di Annibale, dei moti carbonari e dei Briganti contro i corpi di guardia Piemontesi… .

La morte e l'esilio di numerose persone nasconde in realtà l'origine vitale di questi luoghi da cui è possibile vedere ogni orizzonte della Basilicata… .

Fin dall'VIII secolo assistiamo in Basilicata alla formazione di comunità monastiche di rito greco: importante fu il Monastero della Theotokos, dal greco “Madre di Dio”, latinizzato poi in “S. Maria” del Refugio del IX-X sec., inserito nel feudo con Campomaggiore.

Ma è con la dominazione sveva che Campomaggiore progredisce ulteriormente . La sua posizione strategica, tra il fiume Basento e la via Erculea, fece spopolare il feudo, che riprese vita intorno alla metà del XVII secolo, quando risulta appartenere al Conte Gerardo Antonio Rendina, che con i suoi successori provvide alla creazione di una vera a propria città utopistica: strade a scacchiera, palazzo baronale simile ad un castello, e strade lastricate, furono progettate dall'architetto Giovanni Patturelli , di scuola napoletana ed allievo del Vanvitelli.

Con il benessere degli agricoltori apparve la coltivazione dell'olivo, che prima era sconosciuta in questi luoghi. Ma la visione dei conti Rendina si spinse oltre , con l'obiettivo di fare di Campomaggiore un paese agricolo in grado di offrire ai suoi abitanti tutti gli agi e le comodità.

Il paesaggio agrario divenne ben presto un paesaggio quasi industriale. Fra le colline rocciose e i profondi manti argillosi… danno vita ad un paesaggio scontroso…ma sereno…addolcito dal manto arboreo ricchissimo di essenze mediterranee.

Orizzonti polimorfi e cangianti si inseguono, a volte minacciosi a volte amichevoli… lungo percorsi che nascondono profonde gole e antichi animi umani, a volte ancora attuali…quegli stessi che furono protagonisti della vendetta della Natura e della comune sventura.

Nel Febbraio del 1885 il tragico evento del movimento franoso determina la fine dell'esistenza centenaria del complesso , da quel momento in poi denominato Campomaggiore Vecchio.

La gigantesca frana venne a sconvolgere per sempre il piccolo centro, lasciando dietro di sé il crollo di gran parte delle costruzioni e l'insorgere di lesioni nei fabbricati, tanto da lasciare il ricordo nello stesso conte Gioacchino Cutinelli Rendina, secondo il quale “Un semicerchio di colline riparava il paese dal soffio di borea e di ponente ed aprendosi a mezzogiorno e declinando verso oriente lasciava aperta come una larga finestra dalla quale entrava lentamente a fiotti la luce del sole nascente…”

Muri di pietra, straziati da ferite ed in molti casi incrostati di patine antiche, riecheggiano fra le montagne alla maniera delle comete che, al contrario di quelle comunemente conosciute, sembrano partire dalla terra e si innalzano senza tetto; l'uomo che si svolge sulla Madre terra, si arricchisce del Cosmo ed ha orrore della solitudine….

Tutto ciò si assimila con le guglie delle montagne…

Lungo il braccio che si piega sulle Dolomiti Lucane, a 12 km da Campomaggiore, si raggiunge Castelmezzano lungo una serie di tornanti e burroni che affiorano nella mente e alla vista l'armonia del vivere, l'essenza del sublime della Natura che dispensa serenità.

Prof. Pierfrancesco Rescio