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L'antico castello, con le sue trasformazioni in Palazzo Baronale, si vede che, maestoso, dalla cima di una collinetta rocciosa, domina la vallata del fiume Ofanto; rispetto al centro storico è sistemato in asse con la Via Re Manfredi. Si entra nel"Palatium Regium" federiciano attraverso un grande portale con arco a tutto sesto; da dove un corridoio scoperto conduce al cortile. Su quest'ultimo si aprono diverse porte, alcune delle quali danno sui locali che vennero adibiti a carcere. Una scala esterna, sulla parete di fronte all'ingresso, conduce ad un ballatoio per il primo livello che è costituito, attualmente, da diversi appartamenti con ampie stanze e modifiche nelle coperture e nelle pavimentazioni; in alcune si conservano volte a botte originali, in altre vi sono coperture piane con travi in legno; alcuni caminetti, ancora esistenti, potrebbero appartenere ad una delle prime fasi costruttive del fabbricato. Nel XVII secolo, quando il castello apparteneva alla Principessa di Fondi, Donna Costanza, lo stesso era arredato sontuosamente con splendidi arredi e dipinti di celebri artisti; molte di tali opere furono successivamente acquistate da Camillo D'Errico che, sindaco di Palazzo San Gervasio per oltre trenta anni, in tal modo iniziò la costruzione della raccolta d'arte "Pinacoteca D'Errico". La costruzione del "palatium" in epoca normanno-svevo diede, tra l'altro il nome di Palazzo al casale prima ed alla cittadina in seguito. Dopo il 1266 i regnanti Angioini destinarono il "Palatium et defensas Sancti Gervasii" ad importante centro per l'allevamento delle famose razze equine con la marescallia. Impianto solido, mura massicce e torri quadrangolare caratterizzano la costruzione che, nel prospetto verso valle, era alleggierito da bifore e trifore, collegate a loggiato. Nel 1897 Emile Bertaux scrive che la fabbrica federiciana è ancora possente nelle mura con torri angolari e mostra chiara fisionomia nella disposizione con la corte, il porticato per il governo dei cavalli, le scuderie basse e voltate e con quattro bifore a fianco di una trifora centrale che, al primo piano, scandiscono il prospetto verso la regione pugliese. Il complesso del castello è organicamente inserito nel centro abitato come baluardo difensivo avanzato; la tipologia castellana con pianta quadrangolare, cortile centrale, elevato a tre livelli è sostanzialmente integra e mantiene la sobrietà e la severità di un organismo solido ed imponente con i prospetti segnati da feritoie e finestre e con la presenza delle aperture a loggiato. L'interno dell'ampio portale archivoltato, con la corte raccolta e la scala esterna a tre rampe che accede ai livelli superiori, i portici del piano terra che precedono i locali scuderie, divenuti dapprima carceri e poi botteghe artigiane, ripropongono la sobrietà e la severità dei prospetti esterni.
da: A.P.T. Basilicata
testo di Alfredo Borghini
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